DUCATI RIDING EXPERIENCE

Anche se sono passati diversi anni dalla mia ultima volta in pista, vedere la gara MotoGP sul circuito di Misano mi ha riportato alla memoria di quanto sia bella quella pista.

L’occasione per girare al Misano World Circuit (ex Santamonica) di Misano fu il mio ultimo DRE (acronimo di Ducati Riding Experience), il corso ufficiale Ducati che permette di girare in pista con un istruttore di alto livello sulle celebri piste e con la moto di Borgo Panigale.

La prima esperienza fu ad Adria con una 848evo. Il battesimo della pista.

Ricordo il dramma alla mattina quando uscito di casa diluviava: come sarà il meteo ad Adria? Annulleranno tutto? Man mano che percorrevo l’autostrada il cielo si rasserenava e alla fine trovai bel tempo.

Ma torniamo a spiegare il DRE. Il corso prevede di poter girare per 5 turni per un totale di circa 2 ore e mezza di pista con un gruppo di 5 persone più l’istruttore (identificati da una fascia colorata ben visibile sul braccio), formula ideale per apprendere i segreti della guida in pista in tutta sicurezza. Il corso infatti, prevede delle rigide regole da rispettare e che l’istruttore impone: sono vietati sorpassi o bagarre tra aspiranti piloti o comportamenti indisciplinati che possono mettere a rischio l’incolumità propria o di altri partecipanti.

I primi 2 turni vengono fatti con l’istruttore alla guida del gruppo in modo da imparare al meglio il tracciato, le traiettorie, prendere le misure per le staccate (le definiamo così perché è il termine tecnico, anche se dal mio livello a quello che si vede in tv ne passa di acqua sotto i ponti…). Ad ogni giro, in un punto prefissato il primo componente del gruppo alza il braccio sinistro e si fa sfilare dagli altri fino ad arrivare all’ultima posizione permettendo così ad ogni partecipante di essere a contatto con il proprio istruttore e di vedere da vicino quanto indica. Dal terzo turno in poi invece una persona guida il gruppo con dietro l’istruttore e a seguire gli altri 4 componenti. Il tutto ripreso dalla videocamera così che, alla fine del turno, ai box sia possibile vedere l’on board dalla moto dell’istruttore che, con il giusto spirito critico, fa vedere gli errori che commettiamo (anticipi troppo la frenata, qui sei largo di traiettoria, qui non butti fuori il culo dalla moto,…). Al turno successivo, forti della sua spiegazione e, allo stesso tempo con una conoscenza sempre maggiore della moto e del circuito, si riesce a spingere più forte.

L’ultimo turno è quello della verità: anche se la stanchezza si fa sentire (chi ha detto che andare in moto non è faticoso?!?), è il momento di provare a spingere al massimo e vedere quanto si è appreso durante la giornata. Non ci sono cronometristi ufficiali sul circuito, ma smanettando (illegalmente) con il display della moto è possibile autocronometrarsi e vedere di quanto si è migliorati dal primo turno fatto al mattino.

La prima esperienza di Adria all’inizio su “catastrofica”: i miei compagni di corso erano tutti pistaioli mentre io non ero mai entrato in pista. Il risultato fu un primo turno da “scampagnata” in cui non riuscivo a stargli dietro (complice anche il timore della pista umida).

Ma dal secondo turno iniziò ad andare meglio: ricordavo la sequenza delle curve e i punti di frenata. Alla fine della mattinata più o meno stavo dietro a tutti. Andai in pausa pranzo discretamente soddisfatto. Alla ripresa l’istruttore ci mostrò come affrontare la curva da piloti veri e non da bar.

Risultato: la moto cambia completamente la sua dinamica così come i riferimenti della pista!
Infatti le curve le anticipavo troppo e perdevo tempo, ma… per la prima volta ho toccato la saponetta sull’asfalto!!! Ai box il video mostrava impietosamente il disastro della guida, ma allo stesso tempo aiutava a capire come migliorarsi. Ultimo turno: mettiamo a fuoco quanto detto dall’istruttore e proviamo a dare gas.
Risultato: sono stato il più veloce del mio gruppo (non della pista, SOLO del mio gruppo). Questo perché, partendo da zero, ho seguito quanto spiegato dall’istruttore mentre gli altri tendevano a portarsi dietro le vecchie abitudini.

Ultima indicazione dell’istruttore: “impara a buttare bene il culo fuori dalla sella”.

Esperienza molto positiva, ripetuta l’anno successivo al Mugello.
Qui però la moto è una Panigale 1199 e il circuito si fa molto più serio e veloce.

L’istruttore stavolta è un toscano puro che è anche un veterano del circuito. Partendo dalla base dell’anno prima cerco di stare nel gruppo, ma questi vanno forte! Della pista posso solo dire che è spettacolare, il rettilineo dei box, che è lungo più di 1 km, permette di sfiorare i 300km/h con una moto di serie prima di staccare alla prima curva, la San Donato (e si sente l’aria spingere quando si mette la testa fuori dal cupolino). Altro punto veramente particolare è la curva arrabbiata 2 (la fai a memoria perché l’uscita è cieca) e soprattutto la Bucine (l’ultima curva prima del rettilineo box).

Le indicazioni dell’istruttore sono state (da leggere in toscano) “uscite bene dal Correntaio perché alle Biondetti si fa il tempo” e “non date la scia dopo la Bucine perché il traguardo è lontano e con la scia quello dietro vi frega”. Bene, teniamo presente tutto ciò e andiamo… il consiglio migliore fu, non avendo ben chiaro come affrontare l’Arrabbiata 1 e 2 (sempre da leggere in toscano) “…e tu dacci gas, non aver paura, dacci gas! fai così…” (mimando con il polso il gas completamente aperto)

Terzo DRE fu a Imola al Santerno (o Autodromo Enzo e Dino Ferrari) questa volta con la più piccola Panigale 899 (le 1199 erano dedicate ai corsi più avanzati), circuito a mio parere molto tecnico dove il punto più divertente è la curva della Tosa e la zona delle acque minerali – da raccordare alla perfezione!

Qui l’istruttore ha insegnato bene cosa vuol dire raccordare le curve (si sacrifica la prima per fare alla perfezione la seconda), ma soprattutto cosa vuol dire resistere a una staccata e finire fuori traiettoria perdendo tempo prezioso.

A Imola mi sono reso conto anche di quanto sia importante essere veloci nei cambi direzione per non perdere tempo sul giro.
Ultima indicazione dell’istruttore: “freni forte, dai gas forte, ma devi imparare a buttare fuori per bene il culo dalla sella!”. Vero, il problema è che per qualche misterioso motivo non ero in perfetta forma e le anche erano doloranti non permettendomi di essere a mio agio in sella muovendomi come mi sarebbe piaciuto (e soprattutto come avrei dovuto).

Ultimo DRE a Misano dove mi sono concentrato a massimizzare quanto imparato nelle puntate precedenti. Questa volta fisicamente in forma, guidare è stato molto più piacevole ed efficace!

Le curve 4-5, la Quercia, il Carro con la successiva curva 15 e la Misano sono i tratti che più mi sono piaciuti (ok, lo ammetto… Anche fare il Curvone a gas spalancato è stato divertente!)


L’istruttore con i suoi consigli ha permesso di spingere sempre più forte sin dal secondo turno. Il problema è stato al quarto turno perché, per una congiunzione astrale, i vari gruppi si sono trovati quasi in contemporanea sul rettilineo box.

Ogni gruppo ha un suo livello e una sua velocità qui di trovarsi 30 moto assieme nello spazio di un rettilineo non è stato facile: io ancora a pieno gas (il mio riferimento di staccata era dopo il muretto box) mentre quello davanti a me di un gruppo diverso, inizia a frenare prima della fine del muretto box… la prima curva è a destra… Attimo di panico: a destra ho una moto e non posso spostarmi, quello davanti si avvicina… mollo i freni, mi butto a sinistra, mi riattacco ai freni e butto la moto in curva… ok, non ho sentito il botto, non siamo caduti, la dea bendata assieme a San Brembo hanno fatto la loro parte, riprendiamo il grupp… quale gruppo? Ci siamo trovati tutti mischiati quindi… finiamo il turno da soli come se fosse una gara 😂😂😂.

A fine turno, ai box anche gli istruttori non ci capivano più niente, ma alla fine ci siamo divertiti tutti, non ci siamo ammazzati (questa è stata la cosa più importante) e ho verificato che senza un guida davanti me la sono cavata egregiamente.

In conclusione, per quanto io sia un motociclista da strada, il DRE mi ha permesso di divertirmi in assoluta sicurezza, di guidare in maggior scioltezza la moto, di avere maggiore consapevolezza dei limiti e delle capacità della moto. Un grazie quindi ai vari istruttori che ho incontrato nel corso dei vari DRE, da Roberto Rozza (Adria) passando per Vinicio Bogani (Mugello), Livio Bellone (Imola) fino a Fabio Massei (Misano) per avermi insegnato le basi della pista e per avermi permesso di migliorarmi ad ogni appuntamento.

NOTA: per motociclista da strada intendo che giro per strada, ma non significa che corro per strada: la strada è un luogo aperto al traffico con infiniti pericolo in più rispetto alla pista e senza vie di fuga quindi quando viaggio cerco di essere quanto più ligio possibile al codice della strada (e gli interventi fatti nel corso degli anni in ambulanza 118 me lo ricordano qualora mi dimenticassi di essere per strada…)