UN WEEKEND IN TOSCANA

Complice il ponte del 8 dicembre, con Jennifer abbiamo deciso di prenderci una pausa e di passare un weekend in toscana.

Partenza ore 8:00 da casa, veloce colazione alla pasticceria “Da Cris” di Vergiate e poi imbocchiamo l’autostrada in direzione Pieve Santo Stefano. Il viaggio scorre discretamente liscio anche se spesso si trovano automobilisti imbranati che non hanno idea di cosa vuol dire viaggiare in autostrada. Soprattutto non conoscono la regola dell’usare la corsia di destra (Articolo 143 comma 5 del codice della strada).

Arriviamo alle 13:00 all’Hotel Santo Stefano e dopo un veloce check-in passiamo all’annesso ristorante “il Portico” dove pranziamo.

Crostoni toscani
Tagliata di Chianina
Fagioli all’uccelletto

Il pomeriggio lo passiamo a Sansepolcro che si trova a 16km da Pieve Santo Stefano ed è la cittadina dove nacque Piero della Francesca. La cittadina è ai piedi dell’ultimo tratto dell’Appennino toscano e domina la Vatiberina e il territorio di Sansepolcro è circondato da dolci e verdi colline con distese di tabacco.

Siamo in mezzo a opere del Rinascimento e tra un dipinto di Piero della Francesca e altri di pittori ignoti scopriamo anche come sono fatti gli affreschi.

L’affresco è una pittura eseguita sul muro in cui il colore viene steso sull’intonaco ancora fresco cioè “bagnato”. Il pigmento stemperato in acqua resta così in sospensione su un supporto costituito da intonaco fresco in cui l’idrato di calcio (il legante) non si è ancora calcificato. questo fa si che il pigmento, una volta inglobato, viene conservato per un tempo pressoché illimitato. Con il Rinascimento, l’affresco conosce il momento di maggior diffusione. In area centro-italiana è abbandonato l’uso della sinopia (traccia di colore rossiccio derivante dalla città di Sinope che si trova nell’attuale Turchia e da cui proveniva la terra rossa necessaria; sull’arriccio cioè malta di calce e sabbia a media granulometria il pittore disegnava a carboncino le linee essenziali che poi ripassava a pennello con la terra rossa) e viene introdotto l’uso del cartone preparatorio (foglio di grande dimensione grande quanto i’affresco e bucherellato seguendo il disegno ) e dello spolvero (si passava la polvere di carbone attraverso un tampone che, passando per i fori, si depositava sul muro).

Questo è l’esempio dell’affresco “La giustizia” del 1441 di Niccolò di Agnolo del Fantino proveniente dal palazzo comunale di Sansepolcro

Passeggiamo poi per le vie del centro in pieno clima natalizio e ci imbattiamo ne “L’Agricologica“, simpatico negozietto dove ci sono molti prodotti alimentari animali provenienti da allevamento allo stato brado. Degustiamo qualche salume e, confermata l’impressione dulla bontà del prodotto, acquistiamo qualche confezione per i regali di Natale.

Visto che si fa tardi, torniamo in albergo per una doccia e poi cena al ristorante (restando leggeri visto che abbiamo pranzato abbondantemente e tardi…)

Abbondate piatto di ravioli toscani al sugo di cinghiale

Sveglia alle 7:30, colazione alle 8:00 e poi via in direzione Arezzo! La strada inizialmente è una superstrada ( la SS3 bis “Tiberina”) che costeggia parte del lago Montedoglio, lago creato dallo sbarramento artificiale del Tevere a 30km della sua sorgente e che rappresenta il lago più esteso della Toscana . SI prosegue poi sulla Statale 73 Senese Aretina dove si passa attraverso paesaggi gradevoli (anche se la prima tratta era rovinata da una leggera foschia)

Arezzo è conosciuta come città dell’oro e dell’alta moda. Patria di artisti e poeti quali Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, Guido Monaco, Guittone d’Arezzo, Pietro Aretino, Gaio Cilnio Mecenate, Spinello Aretino, Francesco Redi e, nelle vicinanze, di Michelangelo Buonarroti, Piero della Francesca, Luca Signorelli e Andrea Sansovino. All’interno della cappella della basilica di San Francesco troviamo affreschi di Piero della Francesca mentre all’interno della chiesa di San Domenico c’è il crocifisso di Cimabue. nota anche per l’importante Giostra del Saracino, che divide la città in 4 quartieri (quartiere di Porta Crucifera o “Colcitrone”, quartiere di Porta del Foro o “Quartiere di Porta San Lorentino”, quartiere di Porta Sant’Andrea e il quartiere di Porta Santo Spirito o “Quartiere della Colombina” e corrispondente all’antico Quartiere di Porta del Borgo). C’è l’imbarazzo della scelta di cosa vedere…

In mattinata abbiamo anche avuto il tempo di incontrare la mia cara amica Lucia (conosciuta a Misano Adriatico in vacanza nel lontano 1996 e siamo tutt’ora in contatto) per un veloce caffè

Sempre bello ritrovarsi dopo tanto tempo!

Visto che si avvicina l’ora del pranzo è lei che ci consiglia di andare dal suo macellaio di fiducia Alfredo che è a soli 100m perché, oltre a fare il macellaio, ha una gastronomia: ci propone infatti 2 tartare e 2 bicchieri di Chianti. Tagliata fatta al momento a coltello (200g di Chianina) di una bontà unica e pagato un prezzo irrisorio. Altamente consigliato!

Una buona (e abbindante) tagliata di Chianina

Proseguiamo il tour con un breve trasferimento a Città di Castello

Piccola cittadina fondata dagli Umbri sulla riva sinistra del Tevere in prossimità del territorio assoggettato al controllo degli Etruschi. Partiamo con una visita alla cattedrale dei Santi Florido e Amanzio la sua storia è molto lunga e, distrutta a causa del terremoto del 1458, la ricostruzione fu intrapresa solo a partire del 1494 per concludersi nel 1529 con una nuova consacrazione a San Florido, al quale venne aggiunto anche quello di Sant’Amanzio. Nel 1632 si iniziò il rivestimento della facciata, che però rimase incompiuta. La cupola cinquecentesca, crollata a seguito di un secondo terremoto, fu ricostruita alla fine del Settecento… insomma, una Chiesa non troppo fortunata!

Passiamo poi a visitare le altre Chiese con i vari affreschi e dipinti e le vie del centro.

Mi chiedo però come sia possibile che, in pieno centro di una cittadina come questa, sia stato possibile creare una zona iper moderna, una piazza enorme che nulla ha che a vedere con il centro storico ma soprattutto il parcheggio sotterraneo a vista con a fianco vecchie mura storiche….

Rientrati in albergo, il tempo di fare una veloce doccia e scendiamo al ristorante per cenare assieme a Paolo

Antipasto misto
Pappardelle al ragù d’oca
Arrosto con polenta
Cantucci con vin santo

Mattino successivo ripartiamo, direzione Scandicci per un saluto a un amico di Jennifer visto che siamo già sulla via del rientro.

Ricosteggiamo il lago e ci fermiamo a fare qualche foto

Ne approfittiamo, arrivando con 1 ora di anticipo rispetto al previsto, per una veloce visita alla Certosa di Firenze che incredibilmente è chiusa per visite alla domenica… Ci sono aperte solo le zone per andare alle chiede per le funzioni religiose…

Proseguiamo visto il poco tempo per piazzale Michelangelo, realizzato dal 1869 su disegno dell’architetto Giuseppe Poggi su una collina appena a sud del centro storico da cui si gode una vista panoramica sulla città dove è possibile scorgere ponte vecchio, S.Maria Novella, la Cattedrale di S.Maria del Fiore, Palazzo Vecchio,…

Firenze l’è piccina… e vista dal piazzale, la pare una bambina, vestita a carnevale (Leonardo Pieraccioni)

Partenza alle 15:45 sperando di non trovare troppo casino ma… speranza vana!

Appena imbocchiamo l’autostrada è una colonna unica. Lavori in corso e incidenti ci terranno compagnia per tutto il viaggio di ritorno. In compenso tra 4 chiacchiere con Jennifer, la musica e tanta pazienza riusciamo ad arrivare a casa per le 21:15.

In compenso la Giulietta ha fatto egregiamente il suo lavoro: nonostante l’assetto discretamente rigido che trascura un filo il comfort a vantaggio della guida non ci ha fato pesare troppo i km percorsi e soprattutto il MultiJet2 ha fatto benissimo il suo lavoro con un consumo medio di 20,1km/l, valore di tutto rispetto considerando il percorso affrontato!

Multijet2, incredibile ma diesel! (da un famoso spot tv)

CASTELLAZZO BORMIDA 2023

La seconda domenica di luglio è un appuntamento (quasi) fisso per i motociclisti del CVA. L’anno scorso ho saltato l’evento perchè ero impegnato nell’assistenza alla manifestazione “Arona Air Show” con le Frecce Tricolore (qui il resoconto dell’evento) ma quest’anno si torna alle origini!

Premessa 1: i video non sono il mio forte e questa è la prima volta che gioco con i montaggi quindi siate magnanimi in eventuali commenti… faccio l’ingegnere, non il regista e soprattutto non ambisco all’Oscar!

Premessa 2: ricordati che sei sul server di casa mia e sono collegato a internet con una linea “home” pertanto il caricamento dei video potrebbe non essere veloce…

PARTENZA!

Per questa edizione ai blocchi di partenza

  • capopattuglia Silvano con la moglie Alessandra e la loro Harley Davidson
  • Tiziana e Mauro con la loro fedele Guzzi
  • Umberto su BMW
  • Filippo e la sua TDM,
  • Paola con la Harley 883 a carburatori
  • Vincenzo e la R6
  • e ovviamente il sottoscritto con il Pompone
L’arrivo di capopattuglia Silvano!

Partenza fissata per le ore 8:30 presso la “Botega del caffè” di Sesto Calende pisciati e benzinati. Ma come è giusto che sia, ci si ritrova prima per fare colazione…

Le previsioni meteo danno bel tempo tutto il giorno e infatti non si vede nemmeno una nuvola ma danno un clima torrido durante tutta la giornata

Pronti per la partenza

Il percorso di andata prevede solo statali. Partiamo da Sesto e, passato il ponte di ferro, procediamo verso Novara, poi Vercelli (dove si aggiunge la sorella di Alessandra con il marito su Honda Godwing). La strada scorre tranquilla e il paesaggio, tra risaie e campi di grano intervallato da piccoli paesini retrò, ci porta fino a Castellazzo Bormida. Ovviamente a Casale Monferrato però facciamo una breve tappa caffè…

IL RADUNO

Ci si accorge che non è il solito motoraduno. Non solo per la quantità di moto presenti ma anche per i vari tipi di mezzi meccanici che circolano… e per le persone fuori dalle loro case e lungo la strada “appostate” per vedere la sfilata. Si respira aria di festa.

Ma dove nasce tutto questo? Siamo nell’inverno del 1933: il farmacista di Castellazzo, Dr. Marco Re, e un fabbricante di ghiaccio, Giovanni Moccagatta, amici con la comune passione per le due ruote, decisero di partecipare al “Raduno dei Centauri” di Roma del 24 maggio dello stesso anno e insieme a altri 7 motociclisti castellazzesi sfilarono per via dei Fori Imperiali alla tassativa velocità di 80 km/h, assieme agli altri 10.000 partecipanti al “Raduno dei Centauri”. Il 2 marzo del 1934 l’allora Presidente Marco Re proclamò la Beata Vergine della Creta Patrona del Moto club. Negli anni successivi il moto club vide crescere il numero dei suoi iscritti e la sua vita sociale fu sempre molto attiva. I soci parteciparono a molti motoraduni finchè l’8 settembre 1946, a Castellazzo Bormida, si tenne il primo “Convegno motociclistico internazionale della Madonnina dei Centauri”, che vide la partecipazione di molti nomi importanti del motociclismo italiano e straniero. Dall’anno successivo il motoraduno fu ufficialmente iscritto nel calendario internazionale. Il 6 marzo del 1947 giunse da Roma la tanto attesa notizia: con il Breve Apostolico 17/47 dell’11 febbraio 1947 il pontefice Pio XII proclamava la Beata Vergine della Creta che si venera nel santuario di Castellazzo Bormida PATRONA DEI MOTOCICLISTI.

Piccola curiosità: 2023 coincide inoltre con il 90° anniversario del Moto Club Castellazzo. Si era deciso di rievocare il viaggio del 1949, quando 13 motociclisti Guzzi portarono la lampada votiva, forgiata e dedicata quell’anno alla patrona, per farla accendere da Pio XII. La delegazione ha rinunciato però per via dei problemi di salute di papa Francesco.

La chiesa di Castellazzo Bormida

LA SFILATA

Ma torniamo a oggi: Finita la messa e data la benedizione ai centauri parte il corteo verso Alessandria: un serpentone di quasi 8000 (si, ottomila!) moto sfilano verso Alessandria.

Lungo il percorso gli abitanti ci aspettano sulla strada per salutarci e applaudire la sfilata. Che dire, uno spettacolo vedere tutte queste moto in sfilata!

La partenza del corteo
Lungo il percorso del corteo
…e comunque la mia 848 ha sempre il suo fascino agli occhi degli altri!

Arrivati a Alessandria però noi cambiamo percorso: questa volta tradiamo il nostro solito ristorante “Roma” di Grana e andiamo a provare la trattoria “da Geppe”.

A PRANZO NEL MONFERRATO

Dopo esserci ripresi un momento dal caldo (“ti sei portato la sauna personale?” disse Silvano stamane e, lo ammetto, la tuta in pelle in questo momento è una tortura, ma preferisco in caso di caduta che sia lei a grattarsi e non la mia pelle…) ripartiamo in direzione Montemagno, situato nel Monferrato sulle colline a nord di Asti. Prima però tappa rifornimento dove Umberto ci saluta e rientra in solitaria per impegni presi in precedenza.

Fondato intorno all’anno 1000, Montemagno possiede un nucleo antico costituito da un borgo di forma triangolare attraversato da dodici vicoli contrassegnati da numeri romani che ne connotano l’identità. Un borgo di 1000 abitanti dominato dal castello medievale sorto attorno all’anno 1000, danneggiato pesantemente nel 1269 e nel 1290 letteralmente raso al suolo durante le guerre tra il Marchese del Monferrato e Asti. Il castello venne ricostruito nel ‘300 ma ben presto fu coinvolto nel conflitto tra Guelfi e Ghibellini in Asti. Altro punto di interesse è piazza San Martino, dominata da una scenografica scala barocca in pietra di Cumiana, con 48 gradini intervallati da tre ripiani e ispirata nel disegno alla celebre scalinata di piazza di Spagna a Roma, realizzata per dare l’accesso alla chiesa parrocchiale dell’Assunta, in precedenza cappella gentilizia della famiglia Montalero.

Un po’ di Monferrato
La chiesa dell’Assunta

Il ristorante ci accoglie e la prima cosa che chiediamo è da bere perchè siamo disidratati… il termometro della moto segna 35, non c’è un filo d’aria e nella tuta sicuramente non circola molta aria.

In compenso a pranzo ci rifacciamo con degli ottimi piatti e al momento di pagare il conto possiamo dire di aver pagato il giusto per quanto consumato. Sicuramente un posta da tenere in considerazione per quando tornremo nell’astigiano…

IL RIENTRO

Ripartiamo da Montemagno direzione casa. La strada è più o meno simile a quella dell’andata e lasciamo l’astigiano con i suoi campi alternati dal giallo tenue del grano al verde/giallo dei girasoli per tornare verso il piemonte dove si passa al mais e alle risaie. Sotto il casco si sentono tutti i vari profumi sia dei fiori che dei campi. Arrivati a Borgo Vercelli facciamo una pausa birretta perchè il caldo è asfissiante prima di rimetterci in marcia per tornare a casa (la moto segna ancora 36°C). Tappa intermedia per salutare Filippo che fa una deviazione e tappa finale a Castelletto Ticino per i saluti finali.

Totale 305km percorsi in ottima compagnia e soprattutto divertendosi! Grazie a tutti e.. see you later!

EDIT: per la cronaca l’edizione 2023 ha visto iscritti ufficialmente 1450 motociclisti di cui 300 provenienti dall’estero (il più “remoto” è stato un norvegese, Enger Terje di Lana, che ha percorso ben 2574km per raggiungerci!)

BIELLE SOTTO LE STELLE

Questo è uno degli appuntamenti motociclistici che è un “must” durante la stagione! Purtroppo la pandemia ha fermato tutto e quest’anno non ci speravo più, invece ecco arrivare l’evento! Ma di cosa si tratta?

Il “bielle sotto le stelle”, organizzato dal motoclub 100HP, è arrivato al sua 18° edizione e consiste in un motogiro in notturna tra i laghi a un costo di iscrizione di 15€ dove, eliminate le spese dell’organizzazione, il ricavato è devoluto all’associazione “più di 21” quindi uniamo il divertimento (nostro) a una piccola beneficienza.

Ai blocchi di partenza circa un centinaio di moto, di noi all’appello ha risposto l’inossidabile “capopattuglia” Silvano con sua moglie Alessandra, la new entry Filippo (da solo perché la compagna lavorava) e io zavorrato con la mia amica Rossana (in sostituzione della mia compagna Jennifer che ha preferito passare perché troppo impegnativo per lei che non ama la moto). Vale la solita regola prima della partenza, presentarsi al via benzinati (non fatti di chissà cosa ma semplicemente con il pieno di benzina…) e pisciati. Sarà un motogiro da fare in tranquillità come ben scritto su facebook nella pagina ufficiale e come ribadito prima del via.

PRIMA TAPPA

Iniziamo a vestirci e accendiamo i motori. Alle 22:35 si parte! Qualcuno ha già fatto fuori mezzo serbatoio solo sgasando da fermo prima di partire. Nel piazzale ci sono dei ragazzi dell’associazione più di 21 che sorridono e ci salutano (e il loro sorriso non ha prezzo!)

Si parte in direzione Tradate, a seguire poi sulla SP233 fino al ponte di Vedano, e si prosegue fino a Capolago. Si costeggia il lago di Varese dal lato Schiranna/Calcinate/Gavirate seguendo la SP1. Si prosegue poi per Bardello (dove una signora anziana dal balcone ci aspetta come nelle edizioni precedenti, applaude e saluta), Biandronno, Ternate costeggiando quindi il lago di Comabbio. Passiamo infine per Varano Borghi, Corgeno, Vergiate e arriviamo infine sulla SS33 del Sempione dove tra Vergiate (ci aspetta Jennifer lungo il percorso per un saluto al volo) e Somma Lombardo facciamo una prima tappa di ricompattamento alla stazione di servizio lungo la strada che, disponendo di un’ampia area, riesce ad accoglierci tutti.
É mezzanotte e siamo al primo pit-stop dopo aver percorso circa 60km.

SECONDA TAPPA

Ripartiamo per la seconda tappa. Le efficientissime staffette fermano il traffico per permetterci di rientrare in gruppo verso Somma Lombardo e sempre velocemente si alternano a tutti gli incroci per segnalare la strada e fermare il traffico. Arrivati a Somma imbocchiamo la SS336 in direzione della diga del Panperduto, attraversiamo il ponte sul Ticino dove finalmente si prendo un po’ di frescura (il termometro sul quadro strumenti indica 22°C). Si risale sulla SS32 verso Varallo Pombia, Borgo Ticino, Gattico ( e il termometro ritorna a 26/27°C) dove facciamo tappa al distributore Vega per la prima sosta carburante ufficiale e fare un attimo di pausa. Circa 30 km percorsi e siamo alla 1:00. Qui l’organizzazione ci informa di “vestirci” perché la prossima sosta sarà direttamente in vetta al Mottarone e sicuramente la temperatura scenderà…

Silvano e Alessandra, complice la giornata lavorativa e quindi il poco riposo, ci comunicano che si staccheranno dal gruppo e faranno rientro verso casa strada facendo.

Notare la stanchezza di Silvano data dal capello rivolto verso il basso e non in versione “Napo orso Capo”

TERZA TAPPA

Nuovamente in marcia, stavolta si va in direzione Arona per poi tagliare e fare l’Alto Vergante, passando per Massino Visconti e scendere sul lago Maggiore dove il paesaggio notturno è stupendo. Io non posso permettermi troppe distrazioni perché guido, Rossana sicuramente lo potrà apprezzare di più… Mentre passiamo, molti ragazzi ci salutano, ci riprendono con i telefonini, ci chiedono di sgasare e di far sentire il rombo del motore (per la felicità loro, un po’ meno per chi dorme…).

La temperatura piano piano cala a un più gradevole 24 gradi e sulla strada passiamo Lesa, Stresa (dove si possono ammirare le isole Borromee illuminate), si prosegue sempre sulla strada del lago verso Feriolo, Fondotoce e svoltiamo super imboccare la strada per Mergozzo dove costeggiamo l’omonimo lago. Appena fuori dal centro abitato si punta verso Omegna, si percorre quindi la SP229 costeggiando il lago d’Orta fino a Orta San Giulio dove iniziamo la salita in vetta. Man mano che saliamo la temperatura cala mentre sulla strada, specialmente nell’ultimo tratto si vede il serpentone di moto che procede. Scendiamo dalla moto alle 3:30 con altri 80 km percorsi. Ci attende adesso una lunga pausa con un piatto di pasta aglio, olio e peperoncino (o al pomodoro per chi non apprezza la prima). In compenso la temperatura è calata a 15°C e soffia un leggero venticello che, se non si è adeguatamente vestiti, da fastidio. Ammetto però che, dopo il caldo degli ultimi giorni e protetto dal sottotuta, il clima non mi dispiace affatto!

QUARTA TAPPA

Dopo questa sosta, ci prepariamo a scendere. Stavolta passiamo dal versante opposto del Mottarone percorrendo la strada privata “Borromea” che è a pedaggio. Mentre scendiamo inizia ad albeggiare, il cielo si colora e, anche se non si dovrebbe, mi fermo qualche secondo per uno scatto.

Riprendo la discesa, arriviamo nuovamente a Stresa e percorriamo la lacuale in direzione inversa fino ad Arona, poi sulla SS33 del Sempione ci fermiamo al distributore IP di Castelletto Ticino per la tappa rifornimento. Abbiamo intanto fatto le 6:20 e abbiamo aggiunto altri 40 km circa.

QUINTA TAPPA

Si riparte e stavolta la destinazione è Cairate per chiudere il percorso. Passiamo nuovamente da Vergiate, Somma Lombardo, Gallarate e alle 7:10 concludiamo il giro e possiamo fare colazione. Manca una cosa importante: una foto di gruppo da parte del 100HP a tutti quelli che hanno finito il giro!

Prima di partire non possiamo non salutare lo splendido staff del 100HP che ha organizzato l’evento e soprattutto ringraziare le loro instancabili staffette che hanno fatto un lavoro incredibile sia per indicare il percorso, sia per la sicurezza del gruppo.
See you next year!

Ore 8:35… Moto parcheggiata a casa!

EDIT: il buon Alex Ferro di MRacing sul suo canale Youtube ha pubblicato il video dell’evento che potrete trovare qui (lasciate un like e iscrivetevi al suo canale…)

UNA DOMENICA IN MONTAGNA

“Fede….Ma se domenica andiamo al Lago Blu?una roba tranquilla!” E fu così che andammo in Valle d’Aosta a scarpinare…

Il lago blu viene chiamato così perchè le alghe presenti sul fondo danno questi riflessi. Per raggiungerlo occorre andare a Saint Jaques (AO).

Partenza alle 7:30, in un paio d’ore si arriva a destinazione (l’ultima mezz’ora di strada normale, molto divertente da percorrere). Parcheggiata la macchina piccola pausa caffè (ok, anche una fetta di torta ai lamponi 😅) e poi zaino in spalla, pronti per il sentiero . Manuel c’è già stato anni fa quindi…

Partiamo da 1666m slm e dobbiamo arrivare dopo circa 5km a 2219m slm. Peccato che all’inizio ci sia subito un buon dislivello e farlo ancora “freddi” non è stato il massimo. Procedendo sul sentiero si possono ammirare i paesaggi, fino ad arrivare al primo tratto piano, la Pian di Verra inferiore con il massiccio del Monte Rosa sullo sfondo. Ci fermiamo per una pausa e scattiamo qualche foto.

Ripartiamo nuovamente e, secondo le indicazioni, in circa 30 minuti si arriva al lago.

La strada diventa un po’ più brutta ma proseguiamo… Ed eccoci arrivati!

Ancora qualche foto prima di tornare alla zona piana di prima per pranzare al sacco.

Per il rientro, dopo aver fatto il pieno d’acqua, decidiamo però di non fare il sentiero dell’andata ma di fare la strada sterrata (usata dai “taxi della montagna” per chi non vuole fare fatica🤦🏻‍♂️) , sicuramente meno impegnativa anche se leggermente più lunga.

Morale della giornata: stanco ma soddisfatto, una camminata da 22000 passi (così decretò il mio Samsung Galaxy Watch 3) per circa 11,5km percorsi. Sicuramente da rifare l’anno prossimo (magari più allenato).

DOMENICA IN SELLA…

Come ogni anno la scusa è sempre la stessa: andare nella casa di villeggiatura di Silvano a Malesco per verificare che non sia arrivata posta o che non sia successo qualcosa… e come sempre il buon Silvano accetta di andare a fare questo finto controllo.

Partenza fissata a Sesto Calende ore 9:30, mi trovo con Silvano e la moglie Alessandra (su Harley Davidson) a cui si aggregano Mauro e la moglie Tiziana (Moto Guzzi). La mia dolce metà arriverà poi in macchina con i nostri vicini di casa (lei oggi ko con la schiena e non avrebbe retto il percorso, loro senza moto). Ovviamente alla partenza, come regola che ogni buon motociclista dovrebbe sapere, pisciati e benzinati. Partenza e prima tappa a Castelletto Ticino (non saranno troppi chilometri?😅) al “colazione da Tiffany” sul Sempione dove prendiamo il caffè e si aggiunge Filippo con la compagna Sharon.

Bene, in marcia. Direzione Arona, poi sulla lacuale verso Fondotoce. Sulla nostra destra il lago Maggiore che, come ormai da tempo ne parlano tutti, è a livello critico (non ho mai visto tratti con spiagge così vaste). La temperatura è gradevole anche se, causa traffico turistico, stare nella tuta in pelle e con il pompone che non gradisce troppo queste andature eccessivamente lente, il calore abbonda.

Passato Fondotoce prendiamo per Mergozzo lasciandoci l’omonimo lago sulla sinistra. Il paese che si affaccia sul lago è sempre molto carino ma decidiamo di proseguire. La strada si libera dal traffico e possiamo aumentare leggermente l’andatura ma senza esagerare. I paesini si susseguono e alle 12:00 arriviamo a Malesco dove ci attendono Jennifer e i nostri vicini di casa.

Mentre Silvano e Alessandra vanno veramente a verificare che sia tutto ok, noi iniziamo a sederci al bar “il monello” in centro per un veloce aperitivo prima di ripartire verso Arvogno dove ci attendono alla baita del moro per pranzo.

la strada qui è un filo più brutta (qualche strettoia, asfalto abbastanza ondulato) ma in poco più di 15 minuti siamo arrivati. Che si mangia di buono? Beh, un giro di antipasto non fa mai male, soprattutto se diviso tra tutti (prosciutto della valgrande, lardo, salame, cipolline in agrodolce, formaggi locali, melanzane olio e menta, fagioli con salsa) a cui segue un buon primo/secondo a scelta… qua la polenta è buona perciò polenta con funghi e salsiccia (lo so, sono goloso!) e per chiudere frutti di bosco con gelato, caffè e una buona genziana per sgorgare…

Ripartiamo per tornare a casa, stavolta strada alternativa.

Puntiamo verso il lago d’Orta e, dopo aver percorso il Sempione, usciamo a Gravellona Toce, tappa benzina (colpa mia, la 848 non ha autonomia oltre i 160km) e in poco tempo siamo a Omegna. Sul lungolago ci fermiamo a bere qualcosa di fresco (nel frattempo è uscito il sole e ora fa molto caldo) prima di risalire in sella, percorrere la statale che costeggia il lago d’Orta e fare ritorno a casa. Totale: 220km per una giornata divertente e in buona compagnia che, anche se alla fine sono un po’stanco fisicamente, mentalmente sono felice, rilassato e pronto ad affrontare una nuova settimana lavorativa!