DUCATI RIDING EXPERIENCE

Anche se sono passati diversi anni dalla mia ultima volta in pista, vedere la gara MotoGP sul circuito di Misano mi ha riportato alla memoria di quanto sia bella quella pista.

L’occasione per girare al Misano World Circuit (ex Santamonica) di Misano fu il mio ultimo DRE (acronimo di Ducati Riding Experience), il corso ufficiale Ducati che permette di girare in pista con un istruttore di alto livello sulle celebri piste e con la moto di Borgo Panigale.

La prima esperienza fu ad Adria con una 848evo. Il battesimo della pista.

Ricordo il dramma alla mattina quando uscito di casa diluviava: come sarà il meteo ad Adria? Annulleranno tutto? Man mano che percorrevo l’autostrada il cielo si rasserenava e alla fine trovai bel tempo.

Ma torniamo a spiegare il DRE. Il corso prevede di poter girare per 5 turni per un totale di circa 2 ore e mezza di pista con un gruppo di 5 persone più l’istruttore (identificati da una fascia colorata ben visibile sul braccio), formula ideale per apprendere i segreti della guida in pista in tutta sicurezza. Il corso infatti, prevede delle rigide regole da rispettare e che l’istruttore impone: sono vietati sorpassi o bagarre tra aspiranti piloti o comportamenti indisciplinati che possono mettere a rischio l’incolumità propria o di altri partecipanti.

I primi 2 turni vengono fatti con l’istruttore alla guida del gruppo in modo da imparare al meglio il tracciato, le traiettorie, prendere le misure per le staccate (le definiamo così perché è il termine tecnico, anche se dal mio livello a quello che si vede in tv ne passa di acqua sotto i ponti…). Ad ogni giro, in un punto prefissato il primo componente del gruppo alza il braccio sinistro e si fa sfilare dagli altri fino ad arrivare all’ultima posizione permettendo così ad ogni partecipante di essere a contatto con il proprio istruttore e di vedere da vicino quanto indica. Dal terzo turno in poi invece una persona guida il gruppo con dietro l’istruttore e a seguire gli altri 4 componenti. Il tutto ripreso dalla videocamera così che, alla fine del turno, ai box sia possibile vedere l’on board dalla moto dell’istruttore che, con il giusto spirito critico, fa vedere gli errori che commettiamo (anticipi troppo la frenata, qui sei largo di traiettoria, qui non butti fuori il culo dalla moto,…). Al turno successivo, forti della sua spiegazione e, allo stesso tempo con una conoscenza sempre maggiore della moto e del circuito, si riesce a spingere più forte.

L’ultimo turno è quello della verità: anche se la stanchezza si fa sentire (chi ha detto che andare in moto non è faticoso?!?), è il momento di provare a spingere al massimo e vedere quanto si è appreso durante la giornata. Non ci sono cronometristi ufficiali sul circuito, ma smanettando (illegalmente) con il display della moto è possibile autocronometrarsi e vedere di quanto si è migliorati dal primo turno fatto al mattino.

La prima esperienza di Adria all’inizio su “catastrofica”: i miei compagni di corso erano tutti pistaioli mentre io non ero mai entrato in pista. Il risultato fu un primo turno da “scampagnata” in cui non riuscivo a stargli dietro (complice anche il timore della pista umida).

Ma dal secondo turno iniziò ad andare meglio: ricordavo la sequenza delle curve e i punti di frenata. Alla fine della mattinata più o meno stavo dietro a tutti. Andai in pausa pranzo discretamente soddisfatto. Alla ripresa l’istruttore ci mostrò come affrontare la curva da piloti veri e non da bar.

Risultato: la moto cambia completamente la sua dinamica così come i riferimenti della pista!
Infatti le curve le anticipavo troppo e perdevo tempo, ma… per la prima volta ho toccato la saponetta sull’asfalto!!! Ai box il video mostrava impietosamente il disastro della guida, ma allo stesso tempo aiutava a capire come migliorarsi. Ultimo turno: mettiamo a fuoco quanto detto dall’istruttore e proviamo a dare gas.
Risultato: sono stato il più veloce del mio gruppo (non della pista, SOLO del mio gruppo). Questo perché, partendo da zero, ho seguito quanto spiegato dall’istruttore mentre gli altri tendevano a portarsi dietro le vecchie abitudini.

Ultima indicazione dell’istruttore: “impara a buttare bene il culo fuori dalla sella”.

Esperienza molto positiva, ripetuta l’anno successivo al Mugello.
Qui però la moto è una Panigale 1199 e il circuito si fa molto più serio e veloce.

L’istruttore stavolta è un toscano puro che è anche un veterano del circuito. Partendo dalla base dell’anno prima cerco di stare nel gruppo, ma questi vanno forte! Della pista posso solo dire che è spettacolare, il rettilineo dei box, che è lungo più di 1 km, permette di sfiorare i 300km/h con una moto di serie prima di staccare alla prima curva, la San Donato (e si sente l’aria spingere quando si mette la testa fuori dal cupolino). Altro punto veramente particolare è la curva arrabbiata 2 (la fai a memoria perché l’uscita è cieca) e soprattutto la Bucine (l’ultima curva prima del rettilineo box).

Le indicazioni dell’istruttore sono state (da leggere in toscano) “uscite bene dal Correntaio perché alle Biondetti si fa il tempo” e “non date la scia dopo la Bucine perché il traguardo è lontano e con la scia quello dietro vi frega”. Bene, teniamo presente tutto ciò e andiamo… il consiglio migliore fu, non avendo ben chiaro come affrontare l’Arrabbiata 1 e 2 (sempre da leggere in toscano) “…e tu dacci gas, non aver paura, dacci gas! fai così…” (mimando con il polso il gas completamente aperto)

Terzo DRE fu a Imola al Santerno (o Autodromo Enzo e Dino Ferrari) questa volta con la più piccola Panigale 899 (le 1199 erano dedicate ai corsi più avanzati), circuito a mio parere molto tecnico dove il punto più divertente è la curva della Tosa e la zona delle acque minerali – da raccordare alla perfezione!

Qui l’istruttore ha insegnato bene cosa vuol dire raccordare le curve (si sacrifica la prima per fare alla perfezione la seconda), ma soprattutto cosa vuol dire resistere a una staccata e finire fuori traiettoria perdendo tempo prezioso.

A Imola mi sono reso conto anche di quanto sia importante essere veloci nei cambi direzione per non perdere tempo sul giro.
Ultima indicazione dell’istruttore: “freni forte, dai gas forte, ma devi imparare a buttare fuori per bene il culo dalla sella!”. Vero, il problema è che per qualche misterioso motivo non ero in perfetta forma e le anche erano doloranti non permettendomi di essere a mio agio in sella muovendomi come mi sarebbe piaciuto (e soprattutto come avrei dovuto).

Ultimo DRE a Misano dove mi sono concentrato a massimizzare quanto imparato nelle puntate precedenti. Questa volta fisicamente in forma, guidare è stato molto più piacevole ed efficace!

Le curve 4-5, la Quercia, il Carro con la successiva curva 15 e la Misano sono i tratti che più mi sono piaciuti (ok, lo ammetto… Anche fare il Curvone a gas spalancato è stato divertente!)


L’istruttore con i suoi consigli ha permesso di spingere sempre più forte sin dal secondo turno. Il problema è stato al quarto turno perché, per una congiunzione astrale, i vari gruppi si sono trovati quasi in contemporanea sul rettilineo box.

Ogni gruppo ha un suo livello e una sua velocità qui di trovarsi 30 moto assieme nello spazio di un rettilineo non è stato facile: io ancora a pieno gas (il mio riferimento di staccata era dopo il muretto box) mentre quello davanti a me di un gruppo diverso, inizia a frenare prima della fine del muretto box… la prima curva è a destra… Attimo di panico: a destra ho una moto e non posso spostarmi, quello davanti si avvicina… mollo i freni, mi butto a sinistra, mi riattacco ai freni e butto la moto in curva… ok, non ho sentito il botto, non siamo caduti, la dea bendata assieme a San Brembo hanno fatto la loro parte, riprendiamo il grupp… quale gruppo? Ci siamo trovati tutti mischiati quindi… finiamo il turno da soli come se fosse una gara 😂😂😂.

A fine turno, ai box anche gli istruttori non ci capivano più niente, ma alla fine ci siamo divertiti tutti, non ci siamo ammazzati (questa è stata la cosa più importante) e ho verificato che senza un guida davanti me la sono cavata egregiamente.

In conclusione, per quanto io sia un motociclista da strada, il DRE mi ha permesso di divertirmi in assoluta sicurezza, di guidare in maggior scioltezza la moto, di avere maggiore consapevolezza dei limiti e delle capacità della moto. Un grazie quindi ai vari istruttori che ho incontrato nel corso dei vari DRE, da Roberto Rozza (Adria) passando per Vinicio Bogani (Mugello), Livio Bellone (Imola) fino a Fabio Massei (Misano) per avermi insegnato le basi della pista e per avermi permesso di migliorarmi ad ogni appuntamento.

NOTA: per motociclista da strada intendo che giro per strada, ma non significa che corro per strada: la strada è un luogo aperto al traffico con infiniti pericolo in più rispetto alla pista e senza vie di fuga quindi quando viaggio cerco di essere quanto più ligio possibile al codice della strada (e gli interventi fatti nel corso degli anni in ambulanza 118 me lo ricordano qualora mi dimenticassi di essere per strada…)

UNA SETTIMANA IN CROCIERA

Quest’anno ho tradito la mia amata Sardegna… Purtroppo io e Jennifer non avevamo le vacanze che coincidevano per 2 settimane per poter fare la solita formula vacanza volontariato a Villasimius così abbiamo deciso di concederci una settimana di assoluto relax e confort in crociera. Vi raccontiamo la nostra esperienza dato che era la prima volta per entrambi. Abbiamo però deciso di farlo in più puntate, un post per ogni giorno di crociera che cercherò di pubblicarlo ogni martedì.

La crociera è partita domenica 21/08 da Savona in direzione Civitavecchia prima e Napoli poi, quindi attraverserà il Mediterraneo in direzione Ibiza per un breve scalo a cui seguirà Valencia e Marsiglia poi tornare nuovamente a Savona domenica 28/08 per lo sbarco.

La nave assegnata è la “Costa Toscana”, nuovissima nave inaugurata proprio quest’anno. Una barchettina lunga solamente 337m, larga 42m e con 8,6m di pescaggio per quasi 190000 tonnellate di dislocamento. Il comandante Sebastiano Chrisam, durante un breve momento in cui ha parlato al pubblico, ha dichiarato che la nave è la seconda come classe dimensionale di navi da crociera ma la Toscana è la nave da crociera più avanzata tecnologicamente al mondo. Giusto per citare qualche altro numero che è emerso dalla presentazione, la nave può ospitare 6800 passeggeri oltre a un equipaggio composto da 1580 infaticabili persone (giusto per citare alcune squadre abbiamo 300 cuochi diretti da un executive chef italiano, 127 persone per i servizi bar, 287 addette alla pulizia, 187 camerieri, 100 tecnici alla gestione degli impianti di bordo). Insomma, una bagnarola…

Costa Toscana a Savona

Partiti alle 7:00 da casa (domenica di agosto con le ultime partenze, qualcuno che magari vuole fare una giornata al mare e gli immancabili lavori estivi delle autostrade…) arriviamo a Savona alle 9 e 45 con tanto di pausa caffè in autostrada (a proposito, uno dei peggiori caffè mai bevuti!!) ma dobbiamo attendere circa 20 minuti prima di poter accedere al Savona Parking dove abbiamo prenotato il parcheggio per il traffico portuale (noi partiamo, ma qualcuno ritorna…). Effettuato l’accesso, ci fanno scaricare i bagagli (onere loro caricarli in nave), fanno un breve check delle vettura per verificare lo stato (eventuali graffi, ammaccature,… ma la mia Giulietta per fortuna è immacolata) e paghiamo 91€ per i 7 giorni di crociera.
Entriamo al terminal crociere iniziamo le procedure di imbarco: controllo biglietti, registrazione con tanto di foto “segnaletica”, verifica del green pass e consegna della costa card che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Questo permetterà agli addetti della sicurezza di sapere sempre chi sale e chi scende dalla nave ma soprattutto, tramite la foto, di evitare possibili sostituzioni di persone (vi lascio immaginare il perché, non è difficile…).

Se da fuori la nave appare enorme, internamente è una vera e propria città sull’acqua! La cabina verrà consegnata verso le 14:00 pertanto abbiamo tempo per una prima “visita” della nave ma non prima di un caffè al ponte 8 dove c’è il ristorante buffet “La sagra dei sapori”. Usciamo all’esterno e sui ponti 7/8 si sviluppa la “Infinity Walk”, un percorso che gira completamente attorno alla nave. Internamente invece ai ponti 6/7/8 ci sono un’infinità di piccole boutique, bar, ristoranti, zone spettacolo come “il Colosseo” o il teatro “Poltrone Frau Arena”. Ai ponti 17/18/19 invece ci sono tutte le zone divertimento con piscine, scivoli, giochi acquatici, zone benessere e campo da basket/pallavolo. Insomma, le scelte non mancano…

Uno degli scivoli al ponte 18
Ponte 17
Passeggiata sul ponte 18 a poppa dove si può vedere l’Infinity bar al ponte 7…

Alle 14:00, come anticipato, al ponte 5 davanti alla nostra cabina, troviamo le valigie fuori dalla porta. La stanza si presenta ampia e confortevole (su consiglio di un amico abbiamo preso una stanza esterna con oblò ma senza balcone… e me ne pentirò!).

Sullo schermo gira un video/cartone animato con le procedure di sicurezza da seguire, le esercitazioni di sicurezza possono essere fatte anche via app ma occorre comunque presentarsi come richiesto alla propria “muster station”. Per circa 15 minuti, la nave cessa di funzionare e il personale, assieme ai turisti, simula l’emergenza (7 segnali brevi seguiti da uno lungo, come indossare il giubbotto salvagente e soprattutto capire dove trovarsi in caso di emergenza).
Ripresa la vita di bordo proviamo un aperitivo al Campari Corner del ponte 7 (i drink con il pallino giallo nel menù sono compresi nel pacchetto “my drinks” acquistato alla prenotazione). Per i pagamenti degli extra a bordo (se non inclusi nei pacchetti vacanza come ad esempio il nostro “my drinks”) si usa la costa card a cui è stata collegata la carta di credito.

Campari Orange per me, Aperol Spritz per Jennifer

Per la cena invece abbiamo un posto fisso assegnato per tutta la crociera. Al ponte 6 poppa lato sinistro c’è il ristorante “L’argentario”. Il cameriere è un ragazzo indiano di nome Ajay: massima professionalità nel suo lavoro, socievole il giusto, non una sbavatura in tutta la crociera… voto 10!

Ajay il cameriere e il Maitre Erwin che ci hanno accompagnato per tutta la crociera all’ “Argentario”

I menù si trovano sempre sul cellulare tramite QR Code perciò, avendo tutti i PDF scaricati, posso farvi vedere tutte le bontà disponibili ogni giorno al ristorante… quello del primo giorno è qui.

Ravioli di pasta fresca ripieni di patate, ragù di polpo al pomodoro e capperi fritti
Trancio di salmone e gamberone arrostito con salsa Olandese
Esplosione di Mandarino: namelaka al lime e cioccolato bianco, gelée al mandarino, ananas spadellato su un biscotto ricomposto alle nocciole

Come primo giorno non è male, cucina promossa a pieni voti! vediamo se alla fine la bilancia decreterà un impietoso “7 chili in 7 giorni” (o peggio!)

A fianco a noi una famiglia bergamasca (Paolo, Daniela e i figli Pietro e Anna) con cui facciamo amicizia e che ci terranno compagnia durante la crociera mentre siamo a bordo.

Facciamo un ultimo giro per la nave e poi a nanna presto, domani ci aspetta una giornata full day a Roma.

Le prossime puntate (i link si attiveranno man mano che pubblicherò i post…)
Day2 – Roma
Day3 – Napoli
Day4 – Sailing to Eivissa
Day5 – Ibiza
Day6 – Valencia
Day7 – Marsille
Day8 – Sbarco e tiriamo le somme

BUONE VACANZE

Per una settimana stacco la spina da ogni tipo di attività lavorativa e di volontariato… Ci sentiamo tra una settimana, magari con un breve resoconto della vacanza 🙂

CIAO PIERO…

Oggi ci lascia un personaggio che da sempre ci ha accompagnato con semplicità e tanta passione alla scoperta di tantissime scienze.

Grazie Piero per averci donato la cultura e il sapere.

“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”

GIORNATA MONDIALE DELLA BIRRA

Ricorre il primo venerdì di agosto la celebrazione di questa bevanda, una delle più antiche prodotte dall’uomo.

Purtroppo non potrò festeggiarlo perché sono in servizio Ambulanza 118 🚑, festeggiate voi anche per me (ma con moderazione, soprattutto se dovete guidare!).

“ché un boccale di birra è un pasto da re.”
(William Shakespeare, da Il racconto d’inverno, atto IV, scena III)

GIORNATA MONDIALE DONAZIONE DEL SANGUE

Hai tra i 18 e i 60 anni? Sei in buono stato di salute? Pesi almeno 50kg? Allora perché non pensi di donare il sangue?

Perché non provi a recarti nella sede più vicina e provi a chiedere informazioni? Scoprirai che fare del volontariato non è mai stato così semplice: una donazione di sangue periodica ti permetterà di aiutare chi è meno fortunato di te…

Questo è il mio braccio durante una donazione fatta qualche anno fa…

DEFIBRILLATION DAY

Giornata nazionale per sensibilizzare alla defibrillazione precoce con prove pratiche dimostrative nelle strade e nelle piazze italiane; a tal fine è importante lavorare sulla cultura della defibrillazione precoce, partendo dall’esperienza di volontarie e volontari e dal radicamento territoriale delle pubbliche assistenze.

Questa iniziativa nasce dalla collaborazione di ANPAS, con l’Associazione Progetto VITA-ODV e con IRC Comunità-APS con le quali lo scorso 28 febbraio è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il progetto FACILEDAE.

Le Associazioni organizzeranno sul proprio territorio uno o più punti informativi rivolti alla cittadinanza, con manichini e DAE trainer per dimostrazioni pratiche e simulazioni.

Niente roba da ER, niente scene da film: due cerotti, un pulsante da schiacciare e il torace della persona che si muove leggermente per la scossa che, si spera, riesca a far ripartire il cuore.

Philips Heartstart HS1 | Defibrillatoreshop.it

POLLICE VERDE IN UFFICIO…

L’ufficio è un po’ una seconda casa: passiamo non meno di 8 ore al giorno sul posto di lavoro e, secondo il mio modesto parere, deve essere un posto confortevole e vivibile.

L’azienda dove lavoro in questo momento ha appena rifatto gli uffici che sono veramente comodi e confortevoli ma sulla mia scrivania mi sono reso conto che mancava qualcosa…

Una vecchia lampadina, un supporto stampato 3D, una foglia di pothos… e la scrivania è abbellita e personalizzata.

EDIT: la piantina cresce a vista d’occhio, tra poco o la metto nel terreno o mi sa che inizia a invadere la scrivania

IO SONO DALLA PARTE DEL VIGILE DEL FUOCO

Leggendo un articolo su una rivista del settore scopro della condanna di un Vigile del fuoco a seguito di un incidente stradale. Riassumendo i fatti, l’autista a bordo di una APS durante un servizio di emergenza (quindi con lampeggianti e sirene accese) ha invaso la corsia di sinistra di una strada urbana, per evitare dei veicoli fermi sulla corsia di marcia dove era presente un semaforo rosso. Un pedone ha attraversato le strisce pedonali proprio mentre il mezzo stava arrivando, restando però nascosto fino all’ultimo momento da un autobus fermo in sosta, che stava facendo scendere i passeggeri. L’impatto è stato inevitabile.

Parte l’iter giudiziario e in primo grado l’autista del mezzo di soccorso è dichiarato innocente in quanto non c’è reato, escludendo i profili di colpa specifica e generica.

L’autopompa, dai rilievi effettuati dalle forze dell’ordine, stava rispettando i limiti; l’autista ha fatto affidamento sul rispetto da parte dei veicoli fermi di lasciargli la dovuta precedenza, cosa che invece non ha fatto il pedone. Secondo quanto elaborato, nemmeno alla velocità di 20 km/h sarebbe stato possibile evitare l’impatto…

La Procura e le parti civili vanno in appello al tribunale superiore di Bologna, dove il giudizio si ribalta: il conducente del mezzo di soccorso, anche laddove impegnato in un servizio di emergenza, non può creare situazioni di pericolo e deve tenere conto di particolari situazioni createsi durante la circolazione, siano esse di traffico o generate per altri motivi.

Nel caso di specie la corte d’Appello ha ribaltato il giudizio perché, proprio in considerazione della scarsa visuale (ostruita sia ai VVF che al pedone a causa dell’autobus fermo), prima di immettersi sull’incrocio e di passare sulle strisce pedonali, l’autista avrebbe dovuto verificare l’assenza di pedoni (che avevano semaforo verde). Secondo la corte i pedoni potrebbero non aver percepito il transito dei mezzi di soccorso. Inoltre l’autista avrebbe dovuto prevedere la presenza di potenziali pedoni, essendo un giorno feriale, alle ore 13, ed essendo in sosta proprio un autobus in quel momento.

Va specificato che il pedone aveva le cuffie… quindi perchè la colpa è solo dell’autista?

Fin da piccolo mi hanno insegnato che prima di attraversare la strada bisogna guardare sempre a destra e sinistra per evitare pericoli. Giudo veicoli di soccorso sanitario dal lontano 2001 e credo di poter affermare con che l’utente medio della strada non sa cosa fare all’arrivo di un veicolo di soccorso: c’è chi inchioda all’improvviso, chi si ferma immediatamente prima se non in mezza a una curva, chi sorpassa il veicolo che lo precede (che ha rallentato perchè si è accorto di noi…) ma la maggior parte non ci sente e non ci vede arrivare! Posso ragionevolmente prevedere molte cose mentre guido in emergenza ma non ho la sfera magica per vedere il futuro.

La legge è legge, non si discute. Le sentenze vanno rispettate. Ma prima di questa sentenza mi sarei fatto un giro con i VVF a vedere cosa vuol dire arrivare sul luogo del soccorso affrontando il traffico e tutti gli indisciplinati utenti della strada…

Vi lascio con questo video trovato in rete

A 00:26 il motorino sorpassa il camion in sirena…. a 00:39 il furgone non da strada ai VVF (nemmeno la freccia per indicare che li ha visti)… a 00:44 il veicolo che arriva di fronte sorpassa fregandosene dell’arrivo di un mezzo di soccorso in azione, a 2:37 la Lancia Y Blu non da strada ai VVF….

WORLD PASSWORD DAY

Oggi è il world password day, giornata nata nel 2013 da Intel per sensibilizzare le persone sull’importanza delle password.

La password è infatti la “chiave informatica” che serve ad aprire la “serratura” di un sistema. Dato lo scopo per il quale è utilizzata, la password dovrebbe rimanere segreta a coloro i quali non sono autorizzati ad accedere alla risorsa in questione (non penso che diciate a tutti dove tenete la chiave di ingresso di casa).

Dovendo proteggere dei dati dall’altra parte ci sarà qualcuno che cercherà di rubarla o di forzarla per accedere illecitamente a questi dati. Si parla perciò di password cracking il cui metodo per eccellenza è quello di generare un attacco brute force ( tentare tutte le possibili combinazioni di caratteri, e di confrontarle con un hash crittografico della password).

Risulta pertanto ovvio che il tempo per craccare una password dipende dalla complessità della password stessa… basta vedere l’immagine seguente!

Tempo necessario per forzare la password in funzione della lunghezza e complessità

Appare chiaro che la password “123456” (ancora oggi usata da 23 milioni di persone secondo un’ultima stima) o un’altri classici, rappresentati da “password” o da “qwerty” siano facilmente forzabili.

L’ideale quindi è utilizzare in una password robusta contenente

  • non meno di 9 caratteri
  • almeno una lettera maiuscola
  • almeno una lettera minuscola
  • almeno un carattere speciale

Sconsigliato inoltre l’utilizzo della stessa password su più account: se dovessero forzare la password su un account automaticamente finirebbe in un database illegale e di conseguenza anche tutti gli altri account a cui siete iscritti saranno passibili di violazione!

Anche il cambio password periodico non sarebbe male…. e ancora di più se non conservate le password su un post-it attaccato alla schermo ben visibile da chiunque passi (che sia un collega o un visitatore).

Ancora maggiore attenzione deve essere prestata a password su siti o servizi con validità legale (firma digitale, SPID,…) perchè quella è la chiave di accesso alla vostra identità digitale e qualcuno potrebbe spacciarsi per voi di con validità legale!

Per verificare se le vostre password sono a rischio potete iniziare da https://haveibeenpwned.com/ per verificare se il vostro account è stato compromesso e quindi adottare le opportune contromisure!

A proposito… guardate questa foto: la foto mostra il dipendente dell’Agenzia per la gestione delle emergenze delle Hawaii in piedi accanto alla sua scrivania. Ma dietro si nota un post-it attaccato alla parte inferiore dello schermo del computer. Scarabocchiato c’era la password….ops! Buon password day a tutti!