BIELLE SOTTO LE STELLE 2025

Siamo a fine luglio e come ogni anno arriva l’evento più suggestivo della mia stagione motociclistica: il “Bielle sotto le stelle”.

Per chi ancora non lo conoscesse, il “Bielle sotto le stelle” è il moto giro in notturna tra i laghi (Varese, Comabbio, Maggiore, Mergozzo, d’Orta) e con tappa in vetta al Mottarone (la montagna che divide il lago Maggiore dal lago d’Orta), organizzata dall’infaticabile motoclub 100HP e patrocinato dal comune di Cassano Magnago.

Iscriversi costa 20€ e permette di aiutare l’associazione “più di 21” di cui trovate lo scopo (nobile) sul loro sito.

L’edizione 2025 è però più “fredda” della precedente: al via non si boccheggia dal caldo e dall’afa e abbiamo una gradevole temperatura di 25 gradi per via dei temporali del giorno prima e della pioggia caduta fino alle 18. Questo infatti non gioca a favore dell’evento perché, al via, siamo “solo” 160 moto (il che vuol dire raccogliere meno fondi per l’associazione). Per quanto ci riguarda siamo:

  • Io con il pompone (la 848 1° serie)
  • Sasà con la sua Harley-Davidson 883
  • Filippo in compagnia di Martina con il Yamaha TDM

Vale la solita regola prima della partenza, presentarsi al via benzinati e pisciati anche se ci saranno 2 tappe benzina ufficiali . Sarà un moto giro da fare in tranquillità come ben scritto su facebook nella pagina ufficiale e come ribadito prima del via anche perché non è che arrivando primi in vetta al Mottarone si vince la coppa…

All’arrivo a Cassano Magnago procediamo con l’iscrizione dove riceviamo il braccialetto che darà diritto al ristoro in vetta al Mottarone e la colazione e andiamo al bar a bere un caffè in attesa della partenza.

La nostra “safety car” che farà da apripista e ci guiderà nella notte…

PRIMA TAPPA

Alle 22:15 ci danno il via e iniziamo a prepararci. Tuta, casco, guanti e ci prepariamo a partire. Le staffette si preparano e si coordinano e alle 22:40 partiamo

Si parte in direzione Tradate, a seguire poi sulla SP233 fino al ponte di Vedano, e si prosegue fino a Capolago. Si costeggia il lago di Varese dal lato Schiranna/Calcinate/Gavirate seguendo la SP1. Si prosegue poi per Bardello, Biandronno, Ternate costeggiando quindi il lago di Comabbio. Passiamo infine per Varano Borghi, Corgeno, Vergiate e arriviamo infine sulla SS33 del Sempione dove tra Vergiate e Somma Lombardo facciamo una prima tappa di ricompattamento alla stazione di servizio lungo la strada che, disponendo di un’ampia area, riesce ad accoglierci tutti. Le staffette agevolano il passaggio perché, anche se meno numerosi rispetto allo scorso anno, siamo comunque una fila lunga qualche chilometro. Abbiamo percorso 57km

SECONDA TAPPA

Riprendiamo e le staffette ci fanno immettere sulla strada. Direzione Somma Lombardo per poi scendere sulla SS336 verso la centrale idroelettrica di “Porto della Torre” (e sconfiniamo così in Piemonte) quindi si prosegue per Varallo Pombia, Borgo Ticino, svolta per Campagnola, Comignago, Gattico, MAggiate e si arriva a Paruzzaro dove si fa tappa al distributore “Vega” per la prima sosta carburante. Percorsi 31km

TERZA TAPPA

Pronti nuovamente per la partenza, questa volta in direzione Arona. Giunti a Oleggio Castelo si svolta a sinistra e si inizia a percorrere l’Alto Vergante passando per Matrignasco, Ghevio, Nebbiuno, Massino Visconti per giungere a Lesa sul lago maggiore. Qui si prosegue lungo la sponda del lago passando per Belgirate, Stresa con a destra sul lago le isole Borromee mentre a sinistra l’Hotel Regina Palace (per i cultori del genere: dove fu girato il film “Grand Hotel Excelsior”), Baveno, Feriolo e Fondotoce dove, svoltando a sinistra (e subito nuovamente a sinistra) si inizia a costeggiare il lago di Mergozzo dove la strada ci conduce all’omonima cittadina che ci ospita qualche minuto, giusto il tempo di ricompattarsi e di indossare abbigliamento più consono per la prossima tappa: il Mottarone. Percorsi ulteriori 40km

Ripartiamo e appena fuori dal centro abitato si svolta a sinistra puntando verso Omegna passando per Gravellona Toce. Giunti a Omegna la si oltrepassa e si inizia a salire verso il Mottarone: Agrano, Bassola, Armeno, Cheggino e sempre più in alto fino alla vetta dove ci aspettano al Bar Alp per il ristoro. Vuoi negarti una penna aglio olio e peperoncino alle 4 del mattino in vetta? In alternativa c’è pasta al pomodoro… E abbiamo intanto aggiunto ulteriori 32km

In vetta clima fresco ma non gelido: 13° a quasi 1500m alle 4 del mattino non è male, tira solo un venticello fastidioso. Per chi farà la prossima edizione: o venite con il sotto tuta termico oppure vi portate una felpa o altro per quando si sale in vetta

La faccia di Salvatore la dice lunga su quanto sia piacevole l’aglio olio e peperoncino a quest’ora…

Dopo aver mangiato, un buon caffè e 4 chiacchiere all’aperto sotto il cielo stellato in attesa della ripartenza guastandosi il panorama che il Mottarone ci offre…

QUINTA TAPPA

Ci rimettiamo in sella pronti per la discesa, sono le 5:10 e si riparte per iniziare il rientro passando dal versante opposto del Mottarone percorrendo la strada privata “Borromea” che è a pedaggio. Mentre scendiamo inizia ad albeggiare, e il panorama è bellissimo! Mi fermo qualche secondo per uno scatto, tanto a fine discesa ci si deve ricompattare…

Una volta ricompattati percorriamo in direzione inversa la lacuale fino ad Arona (con attenzione al maledetto autovelox che ha già castigato molti di noi sia a 2 che a 4 e più ruote…), poi sulla SS33 del Sempione ci fermiamo al distributore IP di Castelletto Ticino per la seconda tappa rifornimento

Abbiamo intanto fatto le 6:30 e percorso ulteriori 43km. Un po’ di sonno inizia ad arrivare ma ormai siamo alla fine… Sasà invece abbandona per impegni mattutini e non sapendo quanto tempo ci vorrà per andare a Cassano Magnago e rientrare preferisce fermarsi qui.

SESTA TAPPA

Ultimo tratto con Muppet Bar di Cassano Magnago per chiudere il giro. Riprendiamo il Sempione passando sul ponte di ferro che collega Castelletto Ticino a Sesto Calende, proseguiamo per Vergiate, Somma Lombardo fino a Gallarate e infine Casano Magnago. Abbiamo percorso gli ultimi 27 km e ci aspetta la colazione con la patch di ricordo per farci tornare alla mente quanto è bello questo evento!

Prima di partire è doveroso salutare e ringraziare lo staff del 100HP perché non solo organizza un evento come questo ma permette a tutti noi partecipanti di farlo in sicurezza grazie alle loro infaticabili staffette che per tutta la notte ci hanno accompagnato in questa avventura.
All’anno prossimo per la 22°edizione!

Se vi è piaciuto questo articolo lasciatemi un commento qui sotto 😉

BIELLE SOTTO LE STELLE 2024

E anche quest’anno ci si ripresenta al “Bielle sotto le Stelle”, il motogiro in notturna che, a mio modesto parere, è l’evento più figo dell’anno.

Ma che cos’è Il “Bielle sotto le stelle”? Organizzato dal motoclub 100HP e patrocinato dal comune di Cassano Magnago, è il motogiro in notturna tra i laghi e in vetta al Mottarone che, a un costo di iscrizione di 20€, permette di aiutare l’associazione “più di 21“.

Dopo la disastrosa edizione del 2023 dove il meteo era proibitivo (dopo la prima tappa ho abbandonato da quanto ero zuppo!) per il 2024 siamo pochi ma buoni:

  • Io e la mia fedele Ducati 848
  • Kamal con la sua fida Ducati Multistrada 1° serie
  • Sasà alla sua “prima” notturna con la sua Harley-Davidson
  • Filippo con il Yamaha TDM

Claudio (+forse figlio motorizzato + forse amico motorizzato) ci attende/attendono alla seconda tappa perchè deve fare da taxista al figlio che rientra dalle vacanze…sempre se il volo non ritarda!

Vale la solita regola prima della partenza, presentarsi al via benzinati (non fatti di chissà cosa ma semplicemente con il pieno di benzina…) e pisciati. Sarà un motogiro da fare in tranquillità come ben scritto su facebook nella pagina ufficiale e come ribadito prima del via.

All’arrivo a Cassano Magnago in piazza Mercato troviamo già un bel numero di moto schierate. Procediamo con l’iscrizione dove riceviamo il braccialetto che darà diritto al ristoro in vetta al Mottarone e la colazione e la starlight da mettere sulla moto per identificarci. Mentre aspettiamo le 22:30 per la partenza iniziamo a bere un caffè al vicino bar.

PRIMA TAPPA

Iniziamo a vestirci e accendiamo i motori. Alle 22:30 spaccate si parte! Qualcuno ha già fatto fuori mezzo serbatoio solo sgasando da fermo prima di partire. Il gruppo è bello numeroso e sono curioso di sapere quanti saremo, lo scopriremo tra qualche giorno quando arriveranno i numeri ufficiali ma a naso saremo circa 300 moto.
EDIT: 301 partecipanti iscritti dalla pagina ufficiale

Si parte in direzione Tradate, a seguire poi sulla SP233 fino al ponte di Vedano, e si prosegue fino a Capolago. Si costeggia il lago di Varese dal lato Schiranna/Calcinate/Gavirate seguendo la SP1. Si prosegue poi per Bardello (con la solita signora anziana dal balcone che ci aspetta come nelle edizioni precedenti, applaude e saluta), Biandronno, Ternate costeggiando quindi il lago di Comabbio. Passiamo infine per Varano Borghi, Corgeno, Vergiate e arriviamo infine sulla SS33 del Sempione dove tra Vergiate e Somma Lombardo facciamo una prima tappa di ricompattamento alla stazione di servizio lungo la strada che, disponendo di un’ampia area, riesce ad accoglierci tutti (soprattutto per la felicità del camionista che sta dormendo in cabina). Durante tutto il tragitto le staffette fermano il traffico e agevolano il passaggio anche perchè in movimento siamo un serpentone lungo qualche chilometro e erchiamo di restare sempre in gruppo (è doveroso dire che, se non si deve procedere dritti, le staffette sono sempre agli incroci/rotonde a segnalare la strada da imboccare)
Sono le 00:18 e siamo al primo pit-stop dopo aver percorso 55km in totale tranquillità.

SECONDA TAPPA

Ripartiamo per la seconda tappa. Le staffette fermano il traffico per permetterci di rientrare in gruppo sul Sempione verso Somma Lombardo e sempre velocemente si alternano a tutti gli incroci per segnalare la strada e fermare il traffico. Arrivati a Somma imbocchiamo la SS336 in direzione della diga del Panperduto, attraversiamo il ponte sul Ticino (mentre ci si avvicina al ponte è molto suggestivo vedere il serpentone davanti a noi che illumina la notte così come dal ponte vedere quello che ci segue). Si risale sulla SS32 verso Varallo Pombia, Borgo Ticino, Gattico dove facciamo tappa al distributore Vega di Paruzzaro per la prima sosta carburante ufficiale e fare un attimo di pausa. I chilometri percorsi sono 89 in totale (32km dalla tappa precedente) e siamo alla 1:10. La prossima sosta ufficiale sarà direttamente in vetta al Mottarone e sicuramente la temperatura scenderà…

TERZA TAPPA

Nuovamente in marcia, stavolta si va in direzione Arona per poi tagliare e fare l’Alto Vergante, passando per Massino Visconti e scendere sul lago Maggiore dove il paesaggio notturno è stupendo. La temperatura resta su un gradevole 23 gradi e sulla strada passiamo Lesa, Stresa (dove si possono ammirare le isole Borromee illuminate), si prosegue sempre sulla strada del lago verso Feriolo, Fondotoce e svoltiamo super imboccare la strada per Mergozzo dove costeggiamo l’omonimo lago. Qui facciamo un ricompattamento e ne approfittiamo per vestirci prima di salire al Mottarone. Mergozzo è una ridente località sull’omonimo lago ma è molto piccola, noi siamo in tanti e in men che non si dica blocchiamo tutto! Abbiamo tirato le 2:50 e siamo a 128km totali (39 km di “semitappa”)

Ripartiamo e appena fuori dal centro abitato si punta verso Omegna, si percorre quindi la SP229 costeggiando il lago d’Orta fino a Orta San Giulio dove iniziamo la salita in vetta. Man mano che saliamo la temperatura cala leggermente mentre sulla strada, specialmente nell’ultimo tratto si vede il suggestivo serpentone di moto che procede e illumina la notte. Scendiamo dalla moto alle 3:50 e siamo a 165km percorsi (37km di “semitappa”).

Ammetto che mi aspettavo una temperatura più fredda (i siti meteo indicavano 11 gradi in vetta), in compenso c’è una forte umidità.
Il Bar Alp, a cui dovremmo fare un monumento, ci attende per il ristoro: a scelta penne al pomodoro o penne aglio olio e peperoncino (opto per queste) con una coca cola.


Dopo aver mangiato, un buon caffè e 4 chiacchiere all’aperto sotto il cielo stellato in attesa della ripartenza…

QUARTA TAPPA

Ci rimettiamo in sella pronti per la discesa, sono le 5:10 e si riparte per iniziare il rientro.

Stavolta passiamo dal versante opposto del Mottarone percorrendo la strada privata “Borromea” che è a pedaggio. Mentre scendiamo inizia ad albeggiare, il cielo perà non promette nulla di buono per adesso e quest’annno niente foto dell’alba (se volete vederla cercate nel posto del 2022)

A fine discesa arriviamo nuovamente a Stresa e ci fermiamo per ricompattarci. Ammetto che inizio ad avere sonno, complice la notte precedente in turno in ambulanza di emergenza dove abbiamo lavorato e non ho dormito molto…

Un filo di “me cala la palpebra” sia a me che a Sasà…

Percorriamo la lacuale in direzione inversa fino ad Arona (con attenzione al maledetto autovelox che ha già castigato molti di noi indipendentemente dal mezzo di trasporto), poi sulla SS33 del Sempione ci fermiamo al distributore IP di Castelletto Ticino per la tappa rifornimento rifornimento non ufficiale. Abbiamo intanto fatto le 6:30 e per 203km totali (vale a dire 38km di tappa).

QUINTA TAPPA

Si riparte e stavolta la destinazione è Cassano Magnago al Muppet Bar per chiudere il giro. Riprendiamo il Sempione passando sul ponte di ferro che collega Castelletto Ticino a Sesto Calende quindi ripassiaamo nuovamente da Vergiate, Somma Lombardo, Gallarate e alle 7:26 concludiamo il giro con 231km percorsi e possiamo fare colazione.

EDIT: da fonte ufficiale 242 hanno completato il giro

Prima di partire è doveroso salutare e ringraziare lo staff del 100HP pechè non solo organizza un evento come questo ma permette a tutti noi partecipanti di farlo in sicurezza grazie alle loro infaticabili staffette che per tutta la notte ci hanno accompagnato in questa avventura.
See you next year!

EDIT: 2130€ raccolti a favore dell’associazione “Più di 21”!

IL SOCCORRITORE SULLA SCENA DEL CRIMINE

Credo che la formazione continua per i soccorritori sia fondamentale perché aiuta ad essere sempre preparati in ogni possibile situazione. Ma come operare quando ci si trova di fronte a una possibile scena del crimine visto che sempre più spesso capitano interventi simili?

Ieri sera, grazie al prezioso aiuto dell’amico Daniele Pizzi (Avvocato, docente universitario ma soprattutto volontario del soccorso) e del suo collega Manuel Cinquarla (criminologo), sono riuscito a mettere in piedi una serata a tema sull’argomento.

Con ben 72 persone iscritte all’evento (oltre ai “miei” volontari di Angera, hanno presenziato i colleghi ANPAS di Malnate, Besano, Cunardo, Travedona, Rho, Carnago, Buscate e gli amici della Croce Rossa comitato Medio Verbano) abbiamo avuto il piacere di avere alla serata la Dr.ssa Sabina Campi (direttrice della AAT 118 Varese) e la Dr.ssa Marianna Dara (medico AREU) che sono passate per un saluto ma alla fine hanno partecipato a tutta la lezione con vivo interesse e curiosità.

Durante la serata abbiamo imparato come approcciare alla scena del crimine e come non “pasticciare” per inquinare le prove che le forze dell’ordine dovranno poi utilizzare per individuare i colpevoli. Abbiamo avuto inoltre modo di visionare con i nostri occhi qualche strumento utilizzato per le indagini. Una serata molto interessante e che sicuramente in futuro cercheremo di replicare!

Un grazie anche al mio Presidente CVA Cav. Gianluigi Conterio per avermi permesso di organizzare questo evento!

Il nostro presidente Cav. Gianluigi Conterio e la Dr.ssa Sabina Campi
L’amico Daniele Pizzi…
…e il suo collega Manuel Cinquarla
Il pubblico durante la serata
CSI: Angera, Horatio Caine spostati proprio!

BUON COMPLEANNO, SQUALO

Uno di mezzi del Corpo Volontari Ambulanza è una vecchia Citroen DS “Squalo”.

Immatricolato per la precisione il 23/03/1975 dopo essere stata allestita da Currus in Francia e ovviamente dopo tanti interventi e salvato delle vite adesso si gode la sua meritata pensione gironzolando in raduni e rappresentanze come mezzo storico.

Al CVA è arrivata il 10/12/1986, acquista dal JRC di Ispra e reimmatricolata dopo aver subito un adeguamento dalla carrozzeria Saves per essere conforme alle leggi italiane.

Il design dell’auto ha qualcosa di italiano essendo stata concepita dal varesino Flaminio Bertoni, uno dei più grandi designer automobilistici. Con il suo motore 4 cilindri da 1985cm3 erogava 108cv e 147Nm che le permettevano di raggiungere i 170km/h grazie al cambio a 4 marce che era posizionato sul volante.

Una delle caratteristiche della vettura era il sistema idraulico che era comune a freno, frizione, sterzo e sospensioni.

Proprio il reparto sospensioni era uno dei suoi punti forti: ognuna era costituito da una sfera divisa orizzontalmente da una membrana: nella parte superiore vi era azoto, in quella inferiore olio LHM (un olio minerale secondo specifica PSA-B-712710 caratterizzato da potere anticorrosivo, resistenza ad alte temperature, elevata indice di viscosità e bassissimo punto di scorrimento). Caricando la vettura (attrezzature, paziente e 2 soccorritori) o in caso di fondo stradale sconnesso (come molte strade..) l’olio comprime l’azoto ma essendo questo totalmente incomprimibile, all’aumentare delle sollecitazioni si ha un irrigidimento delle sospensioni a vantaggio dell’azione ammortizzante.

Ci pensava poi il circuito idraulico mediante una pompa a pistoni ad autolivellare la vettura.

Anche il reparto freni era affidato al sistema idraulico grazie a un circuito sempre in pressione: al contrario del servofreno (che lavora a depressione, alleggerendo la forza da esercitare sul pedale per la frenata) sullo Squalo, premendo il pedale, si apriva una valvola che mandava olio in pressione alle pinze pertanto il pedale aveva una corsa molto corta e le frenate erano non sempre di facile gestione se non abituati alla sua guida.
Altro vantaggio era rappresentato dai dischi montati entrobordo all’uscita del differenziale permettendo così la riduzione delle masse non sospese (tradotto: la risposta della sospensione a parità di variazioni del manto stradale è più rapida a vantaggio della motricità e del comfort dovuto alle minori sollecitazioni al corpo vettura) e un minore momento di inerzia (tradotto: maggiore manovrabilità del veicolo). Questi vantaggi però avevano come rovescio della medaglia una manutenzione più onerosa (anche la sola ispezione doveva avvenire alzando la vettura su un ponte)

Con una potenza frenante così improvvisa, il veicolo poteva arrestarsi improvvisamente e spegnersi pertanto il cambio era dotato di un sistema di disinnesto delle marce che evitava il problema.

A livello di vano sanitario, nulla a che vedere con i moderni mezzi di soccorso: all’interno ospitava solamente la barella, una valigetta di primo soccorso, una bombola di ossigeno, una barella cucchiaio, una steccobenda… Allestimento molto povero ma all’epoca il soccorso era molto più spartano di quello che si effettua oggi. Inoltre il paziente, se troppo alto, correva il rischio di non poter essere caricato così come i soccorritori erano abbastanza sacrificati all’interno del vano sanitario.

Ovviamente non è più abilitata da AREU per le emergenze così come per l’ASST per effettuare servizi di trasporto sanitario.
Ma oggi, quando viene esposta, attira sempre molte persone grazie alla sua forte personalità: spesso chiedono informazioni sul veicolo, la sua storia, il suo lavoro e rimangono stupite quando vedono gli interni, soprattutto se a fianco c’è qualche mezzo moderno. Soprattutto chiedono se veramente si soccorreva in quello spazio ridotto…
Per i bambini invece è la macchina di Ghostbusters!

Alla fine non possiamo che dire grazie per tutto quello che hai fatto all’epoca. Buon compleanno, Squalo!

RISOTTO PANCETTA, GAMBERETTI E GRANELLA DI PISTACCHIO

Come sempre al venerdì in turno sono di cucina (per mia volontà) e questa sera per il mio equipaggio propongo questo risotto particolare…

INGREDIENTI

  • Riso carnaroli 400g
  • Brodo vegetale 2l
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • Gamberetti 200g
  • Gamberi 5pz (servono per decorazione finale)
  • Granella di pistacchio 40g
  • Grana padano grattuggiato 40g
  • Sale qb
  • Olio d’oliva qb

PREPARAZIONE

  • In una pentolino portiamo a cottura i gamberetti e i gamberi quindi scoliamo e andiamo a ridurre i gamberetti in pezzettini
  • in una padella versare la pancetta a pezzettini e a fuoco lente portarla a cottura finchè non diventa croccante.

  • Utilizzare un filo d’olio per tostare il riso, quindi sfumatelo con il bicchiere di vino bianco
  • iniziate a cuocere il riso aggiungendo brodo
  • Aggiungere a metà cottura gamberetti, pancetta e l’olio rilasciato dalla pancetta durante la cottura
  • Portare a cottura e e mantecare con 40g di grana padano e un filo d’olio
  • Impiattare aggiungendo gamberi, pancetta e la granella di pistacchio

Buon appetito!

Nota: ricordo come sempre che la preparazione tiene conto di tutto l’equipaggio che ha delle intolleranze alimentari e che la cucina è quella del CVA Angera e non di Masterchef…

SOCCORRITORE RIQUALIFICATO!

Fare il volontario del soccorso non è un’attività da prendere alla leggera: abbiamo a che fare con persone che stanno male o per via di patologie o perchè vittime di un evento traumatico.

La formazione continua è pertanto una delle attività che occorre portare avanti sia per essere aggiornati sui nuovo protocolli di soccorso, sia per mantenere la manualità nelle manovre di soccorso. Per questo, secondo quanto riportato nel Regolamento 34 di AREU, all’articolo 20

Al fine del mantenimento della qualifica, l’Addetto al Soccorso Sanitario Extraospedaliero (Soccorritore-Esecutore) deve sottoporsi una prova di valutazione pratica, presso il CeFRA di appartenenza.
Tale prova pratica dovrà essere organizzata e gestita direttamente dal CeFRA regionale, responsabile dell’esecuzione, o in accordo con la sua articolazione locale. Al termine della stessa dovrà essere comunicato formalmente l’esito alla AAT di competenza inviando il verbale (MOD 143A).
Tale prova pratica si compone di:
• uno scenario di simulazione “medico” (può essere uno scenario di BLSD);
• uno scenario di simulazione “trauma” (+ skill tecnica).

I soggetti già in possesso della certificazione di Soccorritore-Esecutore dovranno effettuare tale prova entro 5 anni dalla data dell’entrata in vigore dall’approvazione del presente regolamento; le successive riqualificazioni dovranno essere effettuate periodicamente, non oltre il 6° anno.
I soggetti che acquisiscono la certificazione di Soccorritore-Esecutore dopo l’entrata in vigore del presente regolamento dovranno sostenere e ripetere tale prova periodicamente entro i successivi 6 anni.
Tali prove dovranno essere valutate da Soccorritori Istruttori regionali AREU.

Pertanto essendo un istruttore ma prima di tutto essendo un soccorritore la riqualificazione tocca anche a me. Ecco il risultato…

IL SATURIMETRO

Durante la pandemia COVID19 uno degli strumenti più menzionati è stato il saturimetro.
Questo semplice apparecchio serve per sapere la quantità di ossigeno presente nel sangue che si è riusciti ad acquisire durante il processo di respirazione.

L’aria che inspiriamo attraverso la respirazione contiene il 21% di ossigeno. Durante il processi di inspirazione, il diaframma (il muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale) si contrae e contemporaneamente i muscoli intercostali si contraggono e spingono in alto e in fuori la cassa toracica: all’interno della cassa toracica si crea una depressione e l’aria viene richiamata per compensare questa differenza di pressione (in poche parole i polmoni sono come dei palloncini non vincolati alla cassa toracica). Dopo essere entrata da bocca e naso, passa attraverso la faringe, la laringe, la trachea, i bronchi fino a raggiungere, infine, i polmoni. Quando l’aria giunge ai polmoni, a livello di alveoli polmonari avviene uno scambio gassoso grazie a cui l’ossigeno contenuto nell’aria inspirata entra nel circolo sanguigno, mentre l’anidride carbonica entra nel circolo dell’espirazione: il diaframma si rilascia assieme ai muscoli intercostali e i polmoni vengono compressi: l’aria in pressione tende ad uscire e, ripercorrendo in senso inverso le vie respiratorie, viene espulsa (vi è circa il 5% di anidride carbonica e il 16% di ossigeno residuo…).

I soccorritori, durante la valutazione ABCDE (Airways, Breathing, Circulation, Disability, Exposure) che si esegue sul paziente, posizionano l’apparecchio al punto B (dall’inglese Breathing=Respirazione) durante il quale si esegue OPACS (sigla che significa di Osservo, Palpo, Ascolto, Conto, Saturazione).

I valori possono essere così classificati

  • 100%->96%: Saturazione ottimale
  • 95%->91%: Saturazione sufficiente
  • 90%->86%: Saturazione insufficiente
  • 85% o inferiore: grave ipossia

L’emoglobina è la proteina che rende rosso il sangue. È composta di quattro catene proteiche, due catene alfa e due catene beta, ognuna con un eme a forma di anello che contiene un atomo di ferro al centro. L’ossigeno si lega in modo reversibile agli atomi di ferro e così viene trasportato attraverso il sangue.
L’emoglobina è una straordinaria macchina molecolare che usa il movimento di piccole variazioni strutturali per regolare la sua azione. Nei polmoni, l’ossigeno che inaliamo si lega al ferro nelle molecole di emoglobina, questo fa sì che essa diventi di colore rosso vivo. L’emoglobina ossigenata, o ossiemoglobina, viene trasportata dai polmoni attraverso le arterie, nelle arteriole più strette e poi nei piccoli capillari. I capillari rilasciano l’ossigeno alle cellule dei tessuti, che lo utilizzano per produrre energia. Questo sangue ricco di ossigeno si chiama sangue arterioso. Quando l’emoglobina cede il suo ossigeno alle cellule cambia da rosso vivo a rosso scuro o bluastro/violaceo. L’emoglobina deossigenata viene trasportata ai polmoni attraverso le venule e le vene per raccogliere una nuova riserva di ossigeno. Questo sangue povero di ossigeno si chiama sangue venoso.

Il principio di funzionamento del pulsossimetro è quindi presto detto: sulla parte superiore che viene posizionata sul lato dell’unghia vi è una sorgente luminosa a due componenti, uno rosso visibile e uno infrarosso non visibile. Dalla porta opposta, sotto il dito vi è un fotorilevatore che capta la luce emessa dalla sorgente. In mezzo vi è il dito che funge da “resistenza”.

Conoscendo pertanto il valore di luce emessa e di luce rilevata e prendendo in considerazione solo la componente pulsatile (rappresentata dal sangue arterioso), l’apparecchiatura è in grado di calcolare il valore di saturimetria e il numero delle pulsazioni cardiache.
La quantità di luce trasmessa attraverso i tessuti è quindi convertita in un valore numerico che rappresenta la percentuale di emoglobina satura di ossigeno.

Per questo il monossido di carbonio CO (che ricordo essere gas incolore, inodore e insapore, leggermente meno denso dell’aria ma soprattutto estremamente tossico), sostituisce rapidamente l’ossigeno nel gruppo eme, formando un complesso stabile chiamato carbossiemoglobina, 300 volte più stabile di quello formato dall’ossigeno e risulta è difficile da rimuovere. Questo abuso dei gruppi eme impedisce all’ossigeno di legarsi al ferro per essere trasportato ai tessuti, e può portare alla morte per soffocamento. Il monossido di carbonio inoltre non rende scuro il sangue pertanto e, in caso di ambiente con concentrazioni di CO superiori a circa 35 ppm, il paziente potrebbe presentare valori di saturimetria corretti letti dallo strumento che viene “ingannato”.
Anche le unghie troppo lunghe sono un problema perché il polpastrello potrebbe non cade nel raggio d’azione del fascio luminoso che effettua la misura così come lo smalto o le unghie gel: gli smalti moderni non causano valori più bassi generalmente, ma è meglio toglierli mentre le unghie gel potrebbero generare falsi risultati dovuti alla formulazione del gel.
Infine, le mani fredde: il freddo ha funzione di vasocostrittore e quindi il sangue scorre molto più lentamente nei capillari vasocostretti comportando una permanenza maggiore nel vaso sanguigno dove l’ossigeno continua a essere consumato dai tessuti che lo utilizzano, senza poter essere sostituito da una adeguata quantità di nuovo sangue ossigenato che arriva. Il pulsossimetro leggerà pertanto un valore inferiore a quello che è realmente trasportato nel corpo umano.

RISOTTO AL MIRTO

Parte da oggi (e cercherò di farlo ogni sabato) la rubrica “i risotti del CVA”.
Perché al Corpo Volontari Ambulanza (ma che potrebbe anche essere interpretato come Ci Vogliamo Abbuffare visto che in associazione tutti sono delle buone forchette) non si vive di solo soccorso sanitario ma anche di momenti di condivisione e divertimento con i colleghi che ci sono in turno.
Per questa prima puntata proviamo il risotto al mirto

INGREDIENTI (6 persone)

  • 600g di riso
  • 2l di brodo vegetale
  • 1 manciata di bacche di mirto
  • 1 bicchiere di liquore mirto
  • 150g di pecorino grattugiato
  • 100g di pecorino a pezzettini
  • olio, sale q.b.

PROCEDIMENTO

  • Mettere in un pentolino le bacche di mirto e farle bollire lentamente per almeno 30 minuti
Il “brodo di mirto”
  • Preparare il brodo vegetale
  • Mettete nella pentola un filo d’olio e aggiungete il riso facendolo tostare per bene (circa 5 minuti)
  • Aggiungete il bicchiere di mirto e fate sfumare
  • Aggiungete il brodo vegetale e iniziate la cottura, alternate 1 mestolo di brodo a mezzo mestolo di “brodo di mirto”
  • A fine cottura mantecate con il pecorino grattugiato
  • Impiattare aggiungendo le bacche di mirto cotte e il pecorino spezzettato

L’equipaggio pare aver apprezzato visto che non è rimasto nulla…

Molti mi potrebbero criticare la mancanza di soffritto o latri difetti ma essendo in turno con più persone e non essendo un ristorante, cerco di evitare ogni possibile problema alimentare a chi è in sede (allergie, intolleranze,…)